Inaugurazione dell'esposizione:
Dialoghi cromatici di Linda Callioni
dal 13 al 27 settembre 2025 -da mercoledi a domenica h. 10:30-12:00 | 16:00-19:00
altri orari su appuntamento tel. 329.5817294 | 3472415297
Linda Callioni, Dialoghi cromatici
In un’epoca egocentrica, dove ciascuno è chiamato a imporsi col suo monologo autoreferenziale, pare che il valore e la preziosità del dialogo appartengano ormai a un passato di sensibilità perduta, che saltuariamente ci raggiunge attraverso la saggezza di quei testi antichi, che si sono serviti, appunto, della forma dialogica come veicolo privilegiato di trasmissione del sapere.
Nel dialogo emerge l’aspetto più nobile della natura umana, dove lo scambio e l’arricchimento reciproco si fanno dono disinteressato; il processo dialogico è infatti un incessante incubatore di libertà e generosità del pensiero. Le suddette virtù dialogiche possono saltuariamente sopravvivere e trovare rifugio all’interno della sensibilità di quegli artisti che hanno saputo difendere la propria interiorità dal dogma imperante dell’arrivismo autopromozionale; accade allora che questo prezioso colloquio interiore si faccia opera, dialogo di un’intimità artistica con una pluralità di sguardi e pensieri.
Le opere di Linda Callioni possiedono questa duplice risonanza dialogica: sono contemporaneamente dialoghi interni all’opera, fatti di slittamenti grafici e cromatici, e dialoghi tra l’opera e la collettività che si approccia ad essa. Affinché si instauri un rapporto dialogico tra opera e pubblico non è sufficiente, infatti, che l’opera venga esposta, è altresì necessario che essa si presenti come vibrante interlocutore, portavoce di una sensibilità che, manifestandosi, fa dono di sé all’altro.
I lavori a dittico di Linda potrebbero, quindi, assurgere a manifesto di questa sua personalissima poetica, dove la dualità degli elementi diventa simbolo tangibile: due polarità dialogiche inscindibili ed interdipendenti nella loro unità simbolica. L’opera che sa aprirsi al dialogo può misteriosamente accogliere e lenire la solitudine che quotidianamente ci imponiamo tramite la morsa di competitività e profitto; ecco allora che l’opera diventa una vitale presenza capace di accompagnarci pazientemente all’interno dei suoi, come dei nostri, percorsi più segreti e profondi.
Michele Savino